Il progetto BIOSTRE è il primo studio genetico capillare condotto sulle popolazioni del territorio della provincia di Trento (regione Trentino-Alto Adige). Il Trentino rappresenta un campo di studio ideale per indagare la relazione tra la variabilità genetica e i fattori culturali e geografici. Infatti, esso ospita, in un territorio relativamente poco esteso (6, 200 Km2), popolazioni con una elevata diversità linguistica. Oltre alle comunità di lingua italiana, con diverse varianti dialettali, sono presenti tre minoranze linguistiche. Quella Ladina della Val di Fassa di lingua romanza e le due comunità germanofone, i Mòcheni della Valle del Fersina, di origine alemanna e presente nel territorio a partite dal XIII secolo, e quella Cimbra di Luserna, di origine bavarese e documentata in Trentino a partire dal 1216. Questa diversità culturale potrebbe aver influito sul comportamento matrimoniale e quindi sulle relazioni genetiche tra le diverse comunità. A questo si aggiunge la complessità della geografia del Trentino. Sono presenti infatti elementi di potenziale isolamento tra le popolazioni, come i rilievi montuosi (il 60% del territorio si trova ad un altitudine >1000 m.s.l.m). Questa circostanza potrebbe aver portato alla persistenza di caratteri culturali e genetici nelle varie comunità. D’altra parte però sono presenti vie di comunicazione importanti, come ad esempio la valle dell’Adige, che al contrario potrebbero aver favorito la comunicazione e lo scambio genetico tra le popolazioni.
La ricerca ha analizzato la variabilità genetica delle popolazioni attuali Trentine, di differente cultura e provenienza geografica, a livello di diversi marcatori genetici (DNA mitocondriale, Cromosoma Y e autosomici).
Oltre all’analisi sulle popolazioni moderne, il progetto BIOSTRE ha analizzato anche la variabilità genetica umana antica del Trentino attraverso l’ analisi del DNA antico di resti umani rinvenuti in regione (di 6500 anni fa) e riferibili al periodo Neolitico.
Lo studio ha avuto come obiettivi principali:
1. Definire le relazioni genetiche tra le popolazioni del Trentino di diversa cultura (lingua) e provenienza geografica, e tra queste e le altre popolazioni Europee, al fine di valutare l’effetto dei fattori linguistici e geografici sulla loro struttura genetica.
2. Ricostruire i processi del popolamento antico della regione allo scopo di comprendere meglio l’ origine delle popolazioni del Trentino. Questo è evvenuto in due modi:
analizzando i dati sulla variabilità genetica osservata nelle popolazioni attuali che, grazie all’utilizzo di modelli, consentono di risalire ad eventi del passato;
confrontando i dati sulla variabilità genetica osservata nelle popolazioni moderne con quelli ottenuti dall’analisi del dna antico per valutare l’eventuale continuità o discontinuità genetica tra le popolazioni attuali ed antiche
In riferimento all’origine delle popolazioni del Trentino, il progetto si è concentrato soprattutto sul periodo preistorico, caratterizzato dal passaggio da un’economia di sussistenza basata sulla caccia e la raccolta (praticata dai gruppi di cacciatori-raccoglitori del Paleolitico) ad una basata sulla produzione di cibo e l’allevamento di animali (agricoltori del Neolitico). La comprensione di questo passaggio in territorio trentino ha anche implicazioni generali molto importanti che riguardano l’origine delle popolazioni moderne europee ed è attualmente argomento di un acceso dibattito nell’ambito della comunità scientifica internazionale.
Gli obiettivi della ricerca possono essere schematizzati come segue: