Manufatti in pietra non levigata

L’industria su pietra non levigata di Isera la Torretta (TN)*


Nel corso delle ricerche archeologiche ad Isera “la Torretta” (scavi 1990-91 Ufficio Beni Archeologici P.A.T.), per la classe di materiali considerata sono state raccolte tutte le pietre di litologia estranea al sito, localizzato su un affioramento di basalto, che ad un esame macroscopico potevano essere interpretate come manufatti. Per la prima parte del lavoro di conteggio, di riconoscimento e classificazione dei litotipi, sono state considerate le unità stratigrafiche (per un totale di 31 USS) che possono essere ascritte a tre grandi fasi cronologiche: Eneolitico (Isera 5), Tardo-neolitico (Isera 3 e 4), Neolitico Recente VBQ III stile ad incisioni ed impressioni (Isera 1 e 2). Sono state escluse per il momento le unità stratigrafiche più recenti e la gran massa di materiale recuperato nelle ricerche di superficie e nei livelli rimescolati o di difficile attribuzione. Mentre per l’Eneolitico e il Neolitico Recente abbiamo delle superfici sicuramente riferibili ad un ciclo di occupazione (piani di calpestio, strutture abitative, riporti ecc.), per il Tardoneolitico abbiamo inoltre livelli da ascrivere ad un momento di abbandono/sistemazione del versante. Tutto ciò ovviamente si riflette sulle proporzioni ed l’interpretazione delle presenze. Da una preliminare analisi spaziale dei reperti, su una superficie di 104 mq, non sembrano esistere evidenti concentrazioni o distribuzioni significative. Il campione analizzato è costituito da 189 pezzi di cui il 35% interi e il 68%, del totale, lavorati. Sono state individuate 18 categorie litologiche la cui quasi totalità è rappresentata da ciottoli, prevalentemente di forma discoidale o sferica, subordinatamente lamellare (Folk, 1968). Lo studio dei manufatti si è basato su un esame macroscopico con l’ausilio di stereomicroscopio in luce riflessa.

Il gruppo più rappresentato, 52.2% del totale, è quello dei Porfidi quarziferi (rioliti, rioliti a feldspati alcalini, daciti latiti, andesiti), facilmente reperibili in zona nei depositi morenici e fluvioglaciali, seguito da quello delle “pietre verdi” (omfacititi, eclogiti, giadeititi), 19.7% del totale, di provenienza alloctona e dai basalti recuperati in loco, 8.5% del totale, dei quali però solo il 2.1% presenta sicure tracce di lavorazione. Da un punto di vista funzionale è stato possibile riconoscere 6 categorie principali: 1 – macine (n° 13); 2 – macinelli (n° 15); 3 – percussori (n° 13); 4 – levigatoi/lisciatoi (n° 66); 5 – affilatoi (n° 2); 6 – manufatti polifunzionali o riutilizzati (n° 13); 6 – manufatti con coppelle (n° 5); 7) manufatti in corso di preparazione (n° 2), collocate fra gli indeterminati. E’ ancora in fase di elaborazione l’analisi sulle microtracce di usura, che unitamente ai dati relativi alle fonti di approvvigionamento e alla sperimentazione, definiranno con maggiore precisione l’ambito tecnico-funzionale di questa particolare classe di manufatti.

classi di manufattitipilitologie e tessiture1 prevalenticaratteristiche tipologiche e funzionali
macinecon levigatoio a faccia piana (in arenaria: dis. 1)– Porfidi quarziferi, gneiss, micascisti, arenarie quarzose, biocalcareniti;superficie orizzontale o concava, a profondità variabile più o meno pronunciata a seconda del grado di usura. Levigatura diffusa della parte centrale e bordo con tracce di
con levigatoio a sella (in micascisto e gneiss, dis. 2 e 3)– tessitura macrocristallina a grana media, con alto tenore in quarzopicchiettatura diffuse omogeneamente.
macinellia faccia piana.prevalentemente ciottoli con superficie levigante a sezione piana. Spesso si notano stacchi di sbozzatura e preparazione. Il peso degli interi è variabile da 400 a 3000 gr circa.
con picchiettature isolate– “pietre verdi”, Porfidi quarziferi;tracce puntiformi distribuite sulla superficie, preferenzialmente sul bordo, alle estremità dell’asse maggiore.
percussoricon superfici picchiettate (in riolite dis. 5).– tessitura variabilegenerazioni di superfici sul bordo, all’estremità opposte dell’asse maggiore, parzialmente sovrapposte, a sezione piana o debolmente convessa, ad inclinazioni opposte (utilizzati forse per rabbigliare i piani molari o per la bocciardatura delle asce).
con coppelle (in tufite dis. 4)– Porfidi quarziferi, tufiti;

– tessitura variabile

manufatti con due coppelle sulle superfici maggiori opposte, con superfici picchiettate.
levigatoi
lisciatoi
con microtracce lineari (in omfacitite dis. 6).– Porfidi quarziferi; “pietre verdi”, quarziti, basalti;racce di usura lineari sulla superficie, isorientate soprattutto lungo l’asse maggiore.
con microtracce a vario andamento– tessitura variabiletracce di usura curvilinee distribuite sulla superficie.
affilatoi– arenaria;

– tessitura mesocristallina

solcature con tracce di usura lineari, spesso a X, con evidenze di sciage e tracce secondarie.
polifunzionali o
riutilizzati
percussori/ levigatoi (in omfacitite dis. 7)-”pietre verdi”, Porfidi quarziferi;

– tessiture variabili

presentano caratteri cumulativi delle rispettive classi.
Vari (es: macina/incudine, macinello/percussore)– litologie e tessiture variabili
con coppelle– Porfidi quarziferi; – tessitura macrocristallina con alto tenore in quarzo.debole depressione concava, circolare del diametro di 2-3 cm, posta su una superficie (assi a-b.).
in corso di preparazione– litologie e tessiture variabilipietre sbozzate con l’asportazione sistematica di schegge di preparazione del manufatto.

Bibliografia:

Folk R.L., 1968, Petrology of sedimetary rocks, Hemphill’s, Austin, Texas.


(*) testo di Michele BASSETTI e Silvano ZAMBONI. Poster presentato alla XXXIII Riunione Scientifica dell’I.I.P.P. – 21-24 ottobre 1997.