Pianaùra e la Val Troiana

Massone di Arco, Trento

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Le incisioni rupestri di Pianaùra sono state segnalate nel 1988 da Franco Bonomi. Nel 2007 l’area è stata sistemata e inserita in un percorso storico-naturalistico da parte della Provincia Autonoma di Trento e del Comune di Arco con la collaborazione del Muse.

La lastra istoriata è costituita da una superficie montonata posta alla base di un riparo sottoroccia, collocato in una stretta valle percorsa da una via di comunicazione che ha costituito in passato il collegamento obbligato tra il fondovalle arcense, gli insediamenti posti alle pendici del Monte Stivo e Drena. L’ampiezza e le incisioni del riparo di Pianaùra lo rendono uno tra i più ricchi e complessi siti di arte rupestre del Trentino – Alto Adige. Grazie all’aggetto di roccia sovrastante la conservazione delle figure risulta eccezionale, considerando anche la solubilità del supporto calcareo. Altrettanto straordinarie sono la varietà delle tecniche esecutive, la quantità delle incisioni, la loro ricchezza tipologica e le sovrapposizioni tra figure che marcano una diacronia di esecuzione.

Dal 2011 è stato impostato da parte del Laboratorio Bagolini del Dipartimento di Lettere e Filosofia un progetto per la documentazione dei siti e delle incisioni della Val Troiana e in particolare della zona di Nogaiole e del riparo di Pianaùra.

Il programma di lavoro prevede la documentazione completa di tutte le incisioni utilizzando varie tecniche di rilievo: a contatto, frottage, fotografico, topografico, fotogrammetrico … tutti integrati ed elaborati in ambiente GIS attraverso georeferenziazione dei prodotti, tracciamento vettoriale delle incisioni e loro catalogazione in un database appositamente creato. Il progetto ha dato vita a una sorta di laboratorio sperimentale per la messa a punto di un protocollo per la documentazione dell’arte rupestre. La tesi di laurea di Nicola Pedergnana prende inoltre in considerazione il contesto storico, etnografico delle manifestazioni religiose e della viabilità legata al sito di Pianaùra.

Sulla grande lastra di Pianaùra (m 30×2.5 circa) sono state applicate tecniche di modellazione fotogrammetrica per la realizzazione di superfici tridimensionali virtuali che permettono la conservazione virtuale dell’oggetto e lo studio delle incisioni su grande scala per comprendere la sovrapposizione dei segni (stratigrafia). Anche in questo caso il riparo è stato preso come caso studio per il confronto di diverse tecniche 3D: la Structure From Motion e la Stereofotogrammetria grazie alla collaborazione tra le Università di Trento e Cagliari, Dipartimento di Ingegneria Elettrica ed Elettronica (DIEE) e Dipartimento di Matematica ed Informatica (Carla Mannu, Giuseppe Rodriguez, Massimo Vanzi) – vedi 3D.

L’analisi stratigrafica delle incisioni rupestri, l’interpretazione dei segni, la funzione del sito e la sua contestualizzazione storica territoriale costituiscono lo scopo finale di questo studio.

Bibliografia