La Vela (TN)

Il sito Neolitico di La Vela Campagne di scavo 1987-88. Prime considerazioni sulla sequenza stratigrafica*

(*) testo di Nicola DEGASPERI e Annaluisa PEDROTTI

 

Il sito neolitico de “La Vela” occupa parte di un vasto conoide alluvionale dell’omonimo torrente, situato sulla destra idrografica del F. Adige, a nord-ovest di Trento.

A partire dai primi anni Sessanta, l’area in questione è stata oggetto di un’intensa attività edilizia che ha consentito la scoperta del sito ed ha scandito gli interventi di scavo o semplice recupero. La planimetria generale (Fig. 1) lascia intuire la vasta estensione delle evidenze archeologiche con le loro diverse fasi e destinazioni d’uso (abitato o necropoli), nonchè l’interazione tra livelli antropizzati e vicissitudini di carattere naturale (erosioni, esondazioni, colluvi).

Lo scavo condotto nel 1987-88 nel settore denominato Vela VII, tagliato in due da un grande canale erosivo posteriore alla frequentazione preistorica, ha restituito i dati più complessi e meglio argomentabili con una sequenza che parte dal Mesolitico e arriva fino alla cosiddetta II fase della cultura dei vasi a bocca quadrata (stile meandrospiralico) (Fig.2). ‘

Dopo gli sporadici bivacchi dei cacciatori-raccoglitori mesolitici, che si limitano a sfruttare le preesistenti bancate sabbiose e sono coperti da un livello alluvionale, lo stanziamento di gruppi già pienamente neoliticizzati si è sostanziata in una stretta interazione tra processi naturali e interventi umani, questi ultimi finalizzati alla “domesticazione” di un contesto di fondovalle soggetto a continui episodi erosivi e alluvionali connaturati allo specifico sistema geomorfologico insediato.

La fase databile al Neolitico antico ha conservato limitati lembi di suolo antropizzato, pesantemente obliterato da antiche erosioni e punteggiato da buche di palo poco profonde che non si organizzano in chiari allineamenti, ma sono comunque concentrate a ovest di una profonda incisione rettilinea orientata SE-NW interpretabile probabilmente come fossato (Fig. 3). Questa struttura risulta colmata da riempimenti naturali e coperta dalla prima fase di abitato VBQ che si sviluppa – senza cesure stratigrafiche – direttamente sulla superficie denudata del suolo antropizzato del neolitico antico.

Della prima fase insediativa riferibile alla Cultura dei Vasi a Bocca Quadrata (riconosciuta a livello stratigrafico e confermata dall’analisi delle sintassi decorative delle ceramiche) tracce evidenti si sono conservate soprattutto nell’area meridionale. Nell’area settentrionale sono in continuità stratigrafica con i livelli del primo Neolitico.

La successiva fase (connotata dalla comparsa di elementi di stile meandrospiralico), si caratterizza per un’ampia ristrutturazione dell’area con la posa di un esteso acciottolato e il riutilizzo del fossato del Primo Neolitico per l’impianto di una serie di grossi elementi lignei verticali inzeppati da grosse pietre. E’ in questo momento che l’area de La Vela VII viene destinata a sepolcreto, dato che tutte le tombe risultano sistematicamente coperte dai successivi livelli di crescita d’abitato.

Bibliografia:

AA.VV. 1977, L’ambiente neolitico de “La Vela ” (Trento). Il momento meandro – spiralico della Cultura dei Vasi a Bocca Quadrata,Museo Tridentino di Scienze Naturali, Sezione mostre ternporanee, Trento 1977, pp. 1-74

BAGOLINI B., BIAGI P. 1976, La Vela de Trente el le “moment de síyle adriatique ” dans la Culture des vases à bouche carrée,”Preistoria Alpina”, 12, 1976, pp. 71-77

BAGOLINI B., BIAGI P,, EVETT D. 1976, La Vela (Trento), “Preistoria Alpina – Notiziario”, 12, 1976, pp. 222-225

BAGOLINI B., BIAGI P., SALA B. 1975, La Vela (Cantiere Segalla), “Preistoria Alpina Notiziario”, 11, 1975, pp. 326-328

PEDROTTI A. 1990, L’abitato neolitico de “La Vela ” di Trento, in Die ersten Bauern. Pfahlbaufunde Europas, Band 2, Schweizerisches Landesmuseum Zürich, 1990, pp pp. 219-224

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